«V.I.A.» – Valutazione d’Impatto Ambientale | Sara Bandini
Spazio Eventa, via dei Mille 42, Torino
Dal 11 al 31 marzo 2016
Inaugurazione: venerdì 11 marzo 2016, ore 18
S’inaugura venerdì 11 marzo, alle 18, la mostra della pittrice toscana, intitolata «V.I.A.» – Valutazione d’Impatto Ambientale, recensione del critico Angelo Mistrangelo.
Per questa prima esposizione torinese ha selezionato circa 30 opere di pittura a tecnica mista su tavola, che documentano gli aspetti di una ricerca tra l’intensità della figurazione e altre pagine più tendenti all’astrazione. In ogni caso è sempre il rapporto uomo e natura che emerge dai suoi lavori, da una esperienza in continua progressione, dai cicli «V.I.A.» – Valutazione d’Impatto Ambientale e «OgnunE».
Sara Bandini è nata a San Miniato (Pi), vive e lavora a Montopoli Val d’Arno (Pi). Formatasi all’Accademia delle Belle Arti di Firenze, alla scuola di pittura di Adriano Bimbi, ha anche frequentato per l’incisione la scuola Il Bisonte,sempre a Firenze.
Nel 2013 la prima mostra personale «Siamo Stati», a cura di Elena ed Elisa Salvadorini, presso la Saletta di San Rocco a Santa Croce sull’Arno, in provincia di Pisa, l’ultima presso il cineclub Agorà di Pontedera.
Tra le collettive, «La roba del Mugello, cose oggetti strumenti e altre realtà dipinte», Villa di Cafaggiolo (Firenze), 2009;
«Made in Mugello, Landscape», Villa di Cafaggiolo (Firenze), 2010;
«65° Edizione Premio Michetti Alimento dell’Anima- verso Expo 2015», Palazzo San Domenico, Francavilla al Mare (Ch), 2014;
«Tre U-Mani in mostra, Cappella di San Pietro Martire, San Miniato (Pi), 2014.
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IDENTITA’ RIVELATA
Non ci sono ricordi su questo viso.
Solo un’ombra fuggevole, come di nube.
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Non ci sono ricordi. Solo un sussurro
che è la voce del mare fatta ricordo.
Cesare Pavese
Il tempo dell’uomo, l’incedere delle stagioni, le trasformazioni della natura, appartengono all’essenza di una ricerca in cui segno e colore, luoghi della memoria e proiezioni verso nuovi approdi conoscitivi, scandiscono l’esperienza di Sara Bandini, evidente, in particolare, nei recenti cicli «V.I.A.» (Valutazione d’Impatto Ambientale) e «OgnunE».
Dalla natia Toscana alla Torino di Artissima, dai silenzi al fluire incessante delle automobili, si delinea un percorso che sottolinea il recupero della dimensione umana, di una natura reinterpretata, di impressioni legate al territorio tra cascinali e campi e volti immersi nella luce atmosferica, in una sorta di continua e inesausta riflessione. E le riflessioni della Bandini presiedono alla formulazione e definizione di un discorso sempre fortemente interiorizzato.
Una pittura, quindi, legata ai simboli della terra, a personalissimi accadimenti, agli incontri con la gente, in un dialogo che unisce la gestualità alla parola, al sogno, a una suggestiva visione di ampi scenari, cieli, boschi, marine.
Si avverte nelle sue opere «la volontà di analizzare il rapporto tra uomo e natura», di entrare in simbiosi con le immagini e i materiali che concorrono a definire le tecniche miste su tavola, di trasmettere il senso profondo dell’esistenza, mentre – suggerisce l’artista, formatasi con Adriano Bimbi all’Accademia di Firenze – «Il mio pensiero è che tutto abbia origine da un punto, che il divenire generi il caos e che il mio compito sia quello di ridare un ordine estetico a questo caos attraverso il mezzo della pittura».
E così la rappresentazione si identifica, nei piccoli quadri, con quei frammenti di identità che emergono con leggerezza e raccontano di paesaggi, di luci, di spazi. Raccontano di «amiche, conoscenti e parenti… trasformate dalla sua immaginazione in figure immobili, dalle pose statiche e simboliche» (Carlotta Mazzoli).
E un volto scavato e intensamente vissuto, una figura inserita nell’ambiente, uno sguardo negato, offrono brani di un dipingere dalla linea incisiva, dal colore che si stempera sulle superfici delle tavole, dalla sottile inquietudine dell’universo femminile.
Introspezione e autoritratti, realtà e riferimenti alla quotidianità, emergono dal diario per immagini della Bandini, che comunica e consegna a questo nostro tempo l’espressione intima e segreta dell’uomo.
Angelo Mistrangelo